La storia vera di Caterina Vizzani, vissuta nel 1700, che dai 14 anni fino alla morte visse come uomo facendosi chiamare Giovanni Bordoni e lavorando come servitore presso vari signori del centro Italia, è l’oggetto della straordinaria cronaca scritta dall’anatomopatologo Giovanni Bianchi. Una storia sorprendente, piena di colpi di scena, rocambolesca e commovente: una storia di amore. Un caso eccezionale, non di eroismo ma di libertà pura e semplice, di autenticità, di vita vissuta all’insegna della fedeltà a sé stessi, fino alla morte. Il progetto ha come obiettivo la messa in scena della cronaca di Giovanni Bianchi, in forma di monologo per sola attrice. A livello di drammaturgia, non è stata effettuata una riduzione teatrale del testo: il testo originale è mantenuto nella sua integrità. Non c’è nessuna volontà di rappresentare in senso realistico o didascalico la vicenda, nessuna volontà di ricostruzione storica o filologica, e neanche di ambientazione “altra” nel senso di attualizzazione o traslazione in altra epoca. Non c’è, peraltro, nessuna volontà di fare teatro sociale o politico o militante sulle tematiche gender. Piuttosto, si intende portare in scena la Breve storia cercando di essere il più possibile fedeli al senso profondo della vicenda, e soprattutto di spostarsi sulla prospettiva personale della protagonista stessa, Catterina, che assume su di sé il racconto della sua vita scritto dal medico come se fosse in prima persona, e come tale lo rivive nel qui e ora della performance. E così, come il cadavere della “pulcella” viene sezionato dai medici, allo stesso modo questo corpo si racconta ai medici stessi auto-sezionando la propria storia e conducendoli in un viaggio alla scoperta delle vicende che l’hanno portata su quel tavolo di autopsia, quel tavolo anatomico.
un progetto de Il Lavoratorio
realizzato con il contributo di Fondazione CR Firenze
e con il sostegno della residenza artistica Spazi di memoria di Progetti Carpe Diem
tratto da Breve storia della vita di Catterina Vizzani Romana che per ott’anni vestì abito da uomo in qualità di servidore la quale dopo varj casi essendo in fine stata uccisa fu trovata pulcella nella sezzione del suo cadavero di Giovanni Bianchi (1744)
elaborazione drammaturgica a cura di Andrea Macaluso e Silvia Paoli
con Silvia Paoli
costumi Alessio Rosati
costruzione elementi di scena Luca Baroni
regia Andrea Macaluso
un ringraziamento speciale per la gentile collaborazione a Paola Corsi, Francesca Della Monica, Gianni Morelenbaum Gualberto, Barbara Santoni